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Patologie, Terapia dietetica

Trapianto di microbiota fecale in cani con enteropatia cronica non responsiva alla dieta: risultati clinici e microbiologici.


mercoledì 28 maggio 2025


Trapianto di microbiota fecale in cani con enteropatia cronica non responsiva alla dieta: risultati clinici e microbiologici

Le enteropatie croniche (CE) canine rappresentano un insieme eterogeneo di patologie gastrointestinali caratterizzate da segni gastrointestinali persistenti o ricorrenti come diarrea, vomito, dolore addominale e in alcuni casi perdita di peso che perdurano da almeno 3 settimane

Esse vengono generalmente suddivise in base alla risposta a trattamenti come il cambio dietetico, gli immunosoppressori o terapia antibiotica.

Dato l'elevato tasso di risposta alla gestione dietetica, il cambiamento della dieta è ormai considerato l'approccio terapeutico di prima linea e il primo trattamento da effettuare per i cani affetti da enteropatia cronica.

La nuova dieta deve essere decisa in base all'anamnesi alimentare del paziente e il trial dietetico proposto può essere di tipo casalingo con una nuova fonte di proteine e di carboidrati mai assunti oppure commerciale con alimenti che contengano proteine idrolizzate.

Recentemente è stato pubblicato un articolo (di cui abbiamo parlato qui: Aggiornamento nella classificazione delle enteropatie croniche dei cani) che ha proposto la riclassificazione delle enteropatie croniche in categorie che tenessero in considerazione anche il ruolo cruciale del microbiota nelle enteropatie.

In questa nuova classificazione le enteropatie rispondenti agli antibiotici (ARE) sono state sostituite con enteropatie che rispondono ad una modificazione del microbiota intestinale.

Tra le strategie mirate alla modulazione del microbiota rientra anche il trapianto fecale (FMT) ma gli studi sulla sua efficacia e impatto a lungo termine sono ancora limitati.

Inoltre, tutti gli studi effettuati non hanno mai utilizzato il trapianto fecale come unica terapia, associandolo sempre ad un trattamento farmacologico.

Recentemente è stato pubblicato un articolo italiano prospettico, molto interessante, che ha valutato l'efficacia clinica e microbiologica del solo trapianto fecale in cani affetti da una forma di enteropatia cronica refrattaria al cambio dietetico.

Sono stati selezionati 20 cani con enteropatia cronica con risposta assente o parziale ad almeno due trial dietetici, il primo effettuato presso il veterinario curante e il secondo, della durata di almeno due settimane, prescritto direttamente dai centri partecipanti allo studio (Unità di Gastroenterologia dell'Ospedale Veterinario Didattico dell'Università di Bologna e Unità di Medicina Interna dell'ospedale privato di riferimento Anicura Ospedale Veterinario I Portoni Rossi).

La scelta della prova dietetica è stata effettuata in base alla anamnesi nutrizionale e alle preferenze del proprietario e rientrava tra queste due opzioni:
- uno dei tre alimenti ipoallergenici commerciali (Purina Pro Plan Veterinary Diets HA, Royal Canin Hypoallergenic, Farmina Vet Life UltraHypo) basati su proteine idrolizzate di soia o pesce, diversi da quelli già utilizzati in precedenza. Assunta da 12 cani su 20
- una dieta casalinga, formulata con nuove fonti proteiche e glucidiche, a base di carne di cavallo e patate, assunta dai restanti 8 cani.

I soggetti non responsivi a questo secondo trial sono stati classificati come non responsivi alla dieta e idonei a essere arruolati per lo studio, durante il quale hanno mantenuto come alimentazione la stessa dieta prescritta.

Tra i criteri di esclusione figuravano la somministrazione di antibiotici o altri farmaci (eccetto cobalamina) nei 30 giorni precedenti l'FMT. L'uso di antibiotici più remoto (30 - 60 giorni prima dell'arruolamento) veniva invece registrato per finalità comparative.

Inoltre, per lo studio, sono stati raccolti campioni fecali di 17 cani clinicamente sani utilizzati come controllo per l'analisi della composizione microbica fecale e al fine di confrontarli con i cani affetti da enteropatia.

Come donatori per il trapianto fecale, sono state scelti due cani adulti sani, femmine sterilizzate di 4 e 6 anni, con peso corporeo normali, uno per ciascuno dei due centri clinici.

Entrambi i donatori:
- non avevano assunto antibiotici negli ultimi 12 mesi,
- avevano un indice di disbiosi (Dysbiosis Index, DI), rispettivamente, di -5.5 e -5.6
- sono stati sottoposti a screening completo per enteropatogeni (inclusi C. difficile, CPV2, C. perfringens, Campylobacter, Salmonella).

Le feci, raccolte fresche il giorno stesso del trapianto, sono state sospese in soluzione di cloruro di sodio allo 0,9% (con rapporto 1:2 tra le feci e la soluzione), omogeneizzazione, filtrazione attraverso una garza sterile e somministrazione entro poche ore.

Il trapianto è stato somministrato per via rettale tramite clistere (cateteri PVC 16-21F), alla dose di 2.5 - 5 g di feci per kg di peso corporeo e, dopo la procedura, i cani sono stati mantenuti a riposo in gabbia per due ore per minimizzare la defecazione precoce.

A discrezione del medico curante, sono stati somministrati da uno a due trapianti fecali entro due settimane, e la decisione di effettuare un ulteriore trapianto è stata presa in base al miglioramento clinico mostrato dopo la prima procedura.

La valutazione clinica (BCS, peso corporeo e CIBDAI) e microbiologica è stata poi effettuata in quattro tempi:
- T0: prima dell'FMT,
- T1: 30 giorni dopo,
- T2: 60 giorni dopo,
- T3: 90 giorni dopo l'intervento.

Inoltre, è stato raccolto retrospettivamente un follow-up a lungo termine, raccogliendo i dati dell'ultimo controllo clinico effettuato presso la struttura dove è stato effettuato l'FMT.

Sono stati inclusi i cani sottoposti a follow-up clinico almeno 6 mesi dopo il trapianto fecale (T0).

Sulla base dei dati riportati nelle cartelle cliniche, i cani sono stati categorizzati in base alla durata del tempo di recidiva dal trapianto fecale, inteso come CIBDAI peggiorato di almeno un punto rispetto al valore registrato all'ultimo follow-up a breve termine (T3).

Dopo il FMT, le valutazioni cliniche disponibili sono state per 20 cani a T1, 19 cani a T2 e 15 cani a T3 mentre i campioni fecali erano disponibili per 19 cani a T1, 18 cani a T2 e 13 cani a T3.

Il cane rimosso tra T1 e T2 è stato escluso a seguito di una patologia non correlata all'enteropatia che ha richiesto un trattamento antibiotico mentre a T3, a causa della scarsa compliance dei proprietari, il campione di feci di un cane è stato omesso, mentre due cani hanno saltato l'appuntamento in clinica e i loro proprietari si sono giustificati dicendo che i cani stavano bene come a T2.

Sulla base di ciò, non sono stati registrati CIBDAI, BW o BCS per questi due cani.

17 cani (85%) dei 20 trattati hanno mostrato un miglioramento clinico significativo (riduzione del punteggio CIBDAI) nei primi 90 giorni, già evidente a T1.

Il miglioramento è stato confermato anche da una migliore consistenza fecale e aumento del peso corporeo in molti soggetti.

Tra i 3 cani che non ha mostrato miglioramento clinico dopo il trapianto fecale rientra un cane che presentava al momento dell'arruolamento una grave carenza di cobalamina.

Livelli di cobalamina molto bassi sono stati associati, in studi precedenti, a un esito clinico sfavorevole ai trattamenti per l'enteropatia cronica e ciò potrebbe svolgere un ruolo nella mancata risposta avvenuta anche in questo studio.

Delle 17 risposte positive iniziali, 10 cani (59%) non hanno avuto ricadute sintomatiche per più di un anno, suggerendo una potenziale efficacia duratura del trattamento.

Le recidive nei restanti soggetti si sono manifestate in un intervallo variabile, ma sempre dopo il T3.

Gli autori sottolineano come i dati a lungo termine, derivando da un'analisi retrospettiva, debbano comunque essere interpretati con cautela.

Il Dysbiosis Index è migliorato significativamente nei cani responsivi, indicando un ripristino dell'eubiosi intestinale dopo FMT.

In parallelo, a T1, si è osservato un aumento significativo degli acidi biliari secondari (SBAs), in particolare della deossicolato (DCA), e una riduzione degli acidi primari (PBAs) come l'acido colico (CA).

Questi cambiamenti sembrano suggerire un recupero della funzionalità microbica nel metabolismo biliare, coerente con un miglioramento clinico.

In conclusione, questo studio evidenzia l'efficacia del trapianto fecale come strategia terapeutica nella gestione di cani con enteropatia cronica refrattaria alla dieta, sia in termini di remissione clinica che di ripristino della composizione microbica intestinale, supportando l'utilizzo dell'FMT come opzione terapeutica nei casi selezionati di enteropatia cronica non responsiva ai protocolli nutrizionali convenzionali.

Gli autori, tuttavia, sottolineano la necessità di ulteriori studi controllati randomizzati con un numero maggiore di cani, inclusione di gruppi placebo e standardizzazione dei protocolli di preparazione e somministrazione del FMT cercando di fornire dei criteri predittivi di risposta al trapianto fecale per aiutare i medici a orientare la decisione verso l'utilizzo del trapianto fecale in ambito clinico.

BIBLIOGRAFIA:
- C G Vecchiato M C Sabetti , C H Sung , F Sportelli , C Delsante, C Pinna, M Alonzo, D Erba, J S Suchodolski, R Pilla, M Pietra, G Biagi, F Procoli. . Effect of faecal microbial transplantation on clinical outcome, faecal microbiota and metabolome in dogs with chronic enteropathy refractory to diet. Sci Rep 2025 Apr 8;15(1):11957. doi: 10.1038/s41598-025-96906-7.


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