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Patologie, Terapia dietetica

Trapianto fecale nel cane e nel gatto - Parte 2: preparazione, somministrazione e gestione del paziente ricevente.


mercoledì 10 settembre 2025


Trapianto fecale nel cane e nel gatto - Parte 2: preparazione, somministrazione e gestione del paziente ricevente

Nel precedente articolo abbiamo analizzato le indicazioni cliniche e la selezione del donatore suggeriti nelle linee guida per il trapianto del microbiota fecale, mentre in questa seconda parte ci concentreremo sugli aspetti tecnici legati alla preparazione e somministrazione del trapianto di microbiota fecale (FMT) nel cane e nel gatto

Queste fasi, sebbene tecnicamente semplici, richiedono attenzione metodologica per preservare la vitalità batterica e garantire la sicurezza del paziente ricevente.

Come già detto nel precedente articolo (Trapianto fecale nel cane e nel gatto - Parte 1: Indicazioni cliniche, selezione del donatore e screening), le feci devono essere raccolte immediatamente dopo l'emissione naturale, nonché utilizzate o stoccate, idealmente, entro due-sei ore per evitare alterazioni microbiche. Vanno conservate in contenitori puliti (sacchetti, provette o barattoli in vetro) e manipolate con dispositivi di protezione individuale. Nel caso di campioni felini contaminati dalla lettiera, è possibile rimuoverla manualmente prima della preparazione.

La manipolazione e la preparazione del materiale possono essere effettuati in condizioni aerobiche e a temperatura ambiente.

Per ottenere un materiale adatto al trapianto le feci dovrebbero essere diluite con soluzione salina sterile (NaCl 0,9) o con una soluzione salina tamponata con fosfato (PBS) in un rapporto variabile da 1:1 a 1:5 (materiale fecale-soluzione) a seconda della modalità con cui poi verranno somministrate.

Ad esempio, se il materiale fecale viene somministrato tramite clistere la consistenza della sospensione deve basarsi sulle dimensioni del catetere utilizzato e nella maggior parte dei casi potrebbe bastare una diluizione 1:1, mentre, se il materiale verrà inoculato tramite endoscopia, la consistenza dovrà essere più liquida per poter passare attraverso l'endoscopio.

In linea generale, la consistenza dovrebbe essere il più denso possibile, per mantenere basso il volume da somministrare, elevata la concentrazione del microbiota inoculato e ridurre al minimo le perdite.

La miscela deve poi essere omogeneizzata (tramite frullatore da cucina dedicato, frullatore ad immersione o impasto manuale) e filtrata con setacci, garze per rimuovere materiale grossolano.

In alternativa può essere effettuato un impasto manuale in un sacchetto di plastica pulito, omogenizzandolo manualmente.

La filtrazione può essere effettuata con colino fine da cucina, utilizzando un bastoncino di legno (tipo abbassalingua) per far passare le feci più dense attraverso il colino.

In medicina umana è riportato anche l'utilizzo di sacche Stomacher.

Se il trapianto non viene effettuato immediatamente, il preparato può essere conservato congelato tra i −20°C e i −80°C, per un massimo di sei mesi.

Il congelamento deve essere effettuato immediatamente, e le linee guida suggeriscono di aggiungere al preparato del glicerolo al 10% come crioprotettore per preservare la vitalità batterica.

Il materiale andrebbe conservato in siringhe sigillate o provette coniche contenenti tra i 50 e 100 ml di materiale l'una.

Lo scongelamento può essere effettuato in un bagno di acqua calda o in un armadio riscaldante per un uso immediato, oppure lasciato in frigorifero per tutta la notte prima di somministrarlo al paziente.

Sebbene lo scongelamento ad alte temperature (>40°C) possa danneggiare i batteri, non è chiaro se lo "scongelamento rapido" in un bagno d'acqua calda o lo "scongelamento lento" durante la notte possano influenzare la vitalità o l'efficacia dei prodotti FMT, ma esistono prove cliniche di successo dell'FMT dopo lo "scongelamento lento" durante la notte a temperatura di frigorifero nei cani.

Per la preparazione del paziente, si consiglia di indurre la defecazione prima della procedura.

A tal proposito se il ricevente non ha diarrea e defeca in maniera routinaria è possibile programmare il trapianto fecale dopo la regolare evacuazione.

In alternativa è possibile effettuare un clistere con acqua tiepida.

Gli studi, soprattutto in medicina umana, hanno mostrato come il trapianto effettuato in soggetti con il colon vuoto aumenti le probabilità di successo di questa tecnica.

La sedazione, sia per il clistere che per l'inoculazione, può essere necessaria solo in soggetti particolarmente agitati, aggressivi o ansiosi.

Nei gatti, può essere utile l'uso di gabapentin.

L'uso del FMT durante procedure endoscopiche è possibile e può essere sfruttato per un'infusione mirata in duodeno o cieco. Tuttavia, questa modalità è meno praticata rispetto all'inoculazione tramite clistere.

Ad oggi non esiste ancora una posologia specifica per il trapianto fecale ma, i dosaggi più comunemente utilizzati, prevedono la somministrazione di 2,5-5 g di feci fresche per kg di peso corporeo.

Il volume finale da somministrare varia perciò in base alla diluizione che viene effettuata durante la preparazione, variando generalmente tra i 10 e i 15 ml per kg di peso.

Subito dopo il trapianto fecale, sarebbe ideale evitare che il paziente defechi immediatamente, puntando a un tempo di ritenzione nel colon del materiale inoculato per almeno 45 minuti.

In molti casi, una singola somministrazione è sufficiente e, ad oggi, non esistono standardizzazioni sul numero e sulla frequenza di eventuali ripetizioni del trapianto nello stesso soggetto.

Tuttavia, le linee guida indicano, nei casi cronici o refrattari, che il trattamento può essere ripetuto ogni 48-72 ore oppure dopo 15 giorni, fino a ottenere una risposta clinica stabile.

Esistono anche formulazioni liofilizzate in capsule, commercializzate in ambito umano e sperimentate in ambito veterinario, ma ad oggi mancano ancora studi approfonditi sulla loro efficacia nei piccoli animali.

In conclusione, il trapianto fecale rappresenta oggi un'opzione terapeutica innovativa e in molti casi efficace per le patologie gastrointestinali del cane e del gatto.

Sebbene la ricerca in ambito veterinario sia ancora in evoluzione, l'applicazione clinica si sta consolidando grazie a protocolli sempre più standardizzati. L'adozione di linee guida condivise consente al veterinario clinico di introdurre il FMT nella propria pratica con maggiore sicurezza, offrendo un trattamento complementare in situazioni in cui la modulazione del microbiota può fare la differenza.

BIBLIOGRAFIA:
- Clinical Guidelines for Fecal Microbiota Transplantation in Companion Animals. Advances in Small Animal Care 5 (2024) 79-107


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