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Alimentazione, Nutrienti, Patologie

Le fonti proteiche per l'alimentazione di cani e gatti.


mercoledì 7 novembre 2018


Le fonti proteiche per l'alimentazione di cani e gatti

Le proteine sono sostanze nutritive fondamentali che non devono mai mancare nell'alimentazione dei cani e dei gatti. Ma quali sono le migliori fonti proteiche? Quante ne andrebbero somministrate?

La fonte proteica ideale dovrebbe essere altamente digeribile, con un elevato valore biologico ma, contemporaneamente, dovrebbe risultare anche appetibile e con un costo contenuto.

Qui di seguito elencheremo le principali fonti di proteine che possono essere utilizzate e le loro caratteristiche.

CARNI - Sono rappresentate dalla componente muscolare dell'animale. La carne fresca (generalmente utilizzata nelle diete casalinghe) è caratterizzata da un elevato valore biologico, un elevata digeribilità e un'ottima appetibilità, tuttavia presenta alcune limitazioni, in particolar modo per il suo contenuto mineral vitaminico. Infatti, la parte muscolare è generalmente povera di calcio, minerale indispensabile per la struttura ossea di un animale, ma più ricca di fosforo. Le linee guida FEDIAF indicano che il rapporto calcio/fosforo corretto per il benessere del cane e del gatto adulto, deve essere compreso tra 1:1 e 2:1 a favore del calcio. Ciò significa che, se un animale venisse alimentato solo con carne fresca, senza l'utilizzo di altri alimenti che apportano calcio, col tempo potrebbe sviluppare patologie ossee. Inoltre, le carni sono generalmente povere di vitamina A e di vitamina D, mentre risultano più ricche di vitamine del gruppo B. Per ciò che concerne la digeribilità non tutte le carni sono uguali, infatti, sembra che questa sia legata alla quantità di collagene presente nel muscolo ossia, maggiore è la percentuale di collagene presente, minore risulta la digeribilità della carne. La scelta della specie (manzo, pollo, tacchino, cavallo etc) da somministrare deve essere valutata con attenzione, poiché esse presentano un profilo amminoacidico differente e un contenuto mineral vitaminico variabile.

Nell'elenco degli ingredienti che si possono ritrovare negli alimenti industriali, spesso è presente la farina di carne. Quest'ultima non rappresenta semplicemente la componente muscolare disidratata, ma viene definita dall'AAFCO come il prodotto derivato da tessuti di mammiferi, organi compresi, privati di sangue, pelo, piume, zoccoli, corna, becchi, pelle e contenuti dell'apparato digerente, che vengono macinati ed essiccati. In essa perciò vengono incluse anche le ossa e le interiora e, pertanto, il suo tenore di calcio (e di altri minerali) è notevolmente maggiore rispetto a quello presente nella carne fresca.

Anche in un'alimentazione casalinga si può decidere di includere le frattaglie come fonte di minerali e vitamine. Tuttavia, se date in eccesso, possono risultare poco digeribili e nel lungo tempo, a seconda dell'organo somministrato, possono indurre ipervitaminosi.

PESCI - Dal punto di vista nutrizionale bisogna distinguere i pesci magri (es merluzzo o sogliola) da quelli grassi (es salmone o aringhe). Nei primi il grasso, le vitamine A e D vengono immagazzinati principalmente nel fegato, mentre nei pesci "grassi" questi nutrienti sono presenti anche nella parte muscolare.  Questa distinzione risulta fondamentale quando si deve scegliere il tipo di pesce da somministrare. L'utilizzo di pesci magri implica la necessità di somministrare i "grassi" con altre fonti, mentre la somministrazione di pesci grassi, soprattutto se somministrati per lunghi periodi e non dosati correttamente, può portare ad un accumulo di Vitamina A e D con conseguenze importanti sulla salute dell'animale.

UOVA - Si tratta di una fonte proteiche ad elevato valore biologico e con un ottimo profilo amminoacidico. Inoltre, fornisce una buona concentrazione di minerali e vitamine. L'albume contiene una sostanza chiamata avidina che, se non neutralizzata, si lega alla Biotina impedendone l'assorbimento intestinale. La sua neutralizzazione avviene con la cottura, perciò la maggior parte degli autori consiglia di somministrare l'uovo cotto, ma senza esagerare con la cottura per preservare il profilo amminoacidico.

LATTICINI - Anch'essi presentano un buon valore biologico nonché possono essere utilizzati per fornire contemporaneamente, alle proteine, un'adeguata quantità di lipidi. In generale si preferisce l'utilizzo di formaggi freschi. Bisogna, però, stare molto attenti alla dose, poiché spesso i cani e i gatti non sono in grado di digerire il lattosio presente in essi e, di conseguenza, possono incorrere in problemi gastroenterici.

LEGUMI - Sono la principale fonte proteica di origine vegetale. Rispetto alle fonti di origine animale, presentano una minor digeribilità e un minor valore biologico. Tuttavia, in animale affetti da particolari patologie possono essere un'ottima scelta, poiché apportano contemporaneamente anche un buon livello di fibra e di amido.

Ma quante proteine deve assumere un animale? FEDIAF fornisce indicazioni chiare sul quantitativo minimo che deve assumere un cane o un gatto, a seconda dell'età e dello stato fisiologico, tuttavia non pone limiti sulle quantità massime. Tra i nutrizionisti è costantemente aperto un dibattito sull'esistenza di un eventuale limite di proteine da fornire e sui possibili effetti collaterali di un eccessivo apporto di proteine negli animali domestici. Gli studi effettuati fino ad ora pongono l'accento, non sul quantitativo da somministrare, ma sulla qualità della proteina da scegliere poiché, un eccesso di proteine con ridotta digeribilità, causa un'eccessiva fermentazione nel colon, facilitando lo sviluppo di batteri proteolitici come i clostridi. Un utile indicatore in tal senso può essere l'odore delle feci: quando queste risultano "particolarmente puzzolenti" è utile chiedersi se le proteine somministrate non presentino una bassa digeribilità.

Invece il cattivo odore delle urine sembra essere maggiormente legato ad un ridotto valore biologico delle proteine ingerite poiché, come spiegato in un articolo precedente, se il profilo amminoacidico della dieta non è adeguato, si ha un aumento del quantitativo di azoto che deve essere espulso dal corpo attraverso le urine.

Infine, bisogna ricordare che in animali affetti da alcune patologie (come ad esempio insufficienza renale in stadio avanzato o alcuni problemi epatiche) si consiglia una riduzione delle proteine da somministrare.


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