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Alimenti industriali, Risposte ai proprietari

Sfatiamo alcuni miti sull'alimentazione di cani e gatti.


mercoledì 5 dicembre 2018


Sfatiamo alcuni miti sull'alimentazione di cani e gatti

In questo articolo cerchiamo di approfondire, e in parte anche smentire, alcune convinzioni che spesso hanno i proprietari sull'alimentazione per i loro animali.

1. Gli alimenti con un alto livello di proteine sono di qualità migliore?
Alcuni proprietari, sempre più attenti all'alimentazione dei loro animali, si soffermano a leggere le etichette degli alimenti commerciali per valutarne la qualità. Tuttavia, un errore comune che commettono è quello di valutare l'alimento semplicemente controllando la percentuale di proteine presente in esso, con la convinzione che la presenza di un'alta quantità di proteine sia indicatore di alta qualità. Ciò purtroppo non basta per valutare un alimento, anzi, al contrario potrebbe essere un'indicazione forviante. Ovviamente la quantità è importante, ma quello che rende un alimento di qualità non è quante proteine contiene, ma bensì il valore biologico delle fonti proteiche contenute in esso. Ad un animale ciò che serve veramente non è la proteina di per sé, ma piuttosto gli amminoacidi che la costituiscono. Un alimento può contenere tantissime proteine, ma se queste ultime sono carenti di alcuni amminoacidi essenziali per l'animale, l'alimento, nel lungo termine, potrebbe creare alcuni problemi di salute. Le proteine contenute negli alimenti industriali possono essere di origine animale o vegetale. Quelle di origine animale in genere presentano un valore biologico superiore rispetto a quelle di origine vegetale ed è perciò importante controllare di che origine siano le proteine contenute nella lista degli ingredienti, al fine di poter valutare al meglio la qualità di un prodotto commerciale. Se, per esempio, un prodotto contiene un'elevata percentuale di proteine, ma esse derivano per la maggior parte da fonti vegetali, molto probabilmente avrà una qualità minore rispetto ad un altro prodotto con una percentuale leggermente minore di proteine, ma che derivano per la maggior parte da fonti animali.

2. I carboidrati fanno male agli animali domestici e predispongono a patologie come il diabete?
Il cane e il gatto sono carnivori e, come tali, possono fare a meno di assumere carboidrati, ma ciò non vuol dire che questi, se somministrati, facciano male ai nostri animali anzi, in alcuni casi, possono essere una buona fonte di energia. Un errore comune è la convinzione che i nostri pet, a differenza dell'uomo, non siano in grado di digerirli. I cani e i gatti non hanno le amilasi salivari, ma hanno le amilasi pancreatiche e quindi sono in grado di digerire gli amidi. Gli studi scientifici effettuati fino ad oggi non hanno mai messo in evidenza una correlazione diretta tra l'assunzione di carboidrati e lo sviluppo del diabete negli animali, tuttavia hanno dimostrato, soprattutto nel gatto, che tra le cause predisponenti allo sviluppo del diabete, ci siano la sovralimentazione e l'obesità, che non hanno come causa l'utilizzo di carboidrati, ma bensì un errato calcolo del fabbisogno energetico dell'animale e un'eccessiva quantità di cibo assunto, a prescindere dal suo contenuto.

3. Gli alimenti secchi sono più bilanciati rispetto agli alimenti umidi?
Spesso si sente dire che è meglio alimentare gli animali con i croccantini invece che con le scatolette perché sono più bilanciati. Questa affermazione è sbagliata. La verità è che tutti gli alimenti secchi venduti sono alimenti completi, ossia contengono tutti i nutrienti necessari ai nostri animali, mentre non tutti gli alimenti umidi lo sono. Tra questi infatti esistono gli alimenti complementari ossia alimenti molto appetibili ma non completi dal punto di vista nutrizionale. Ma se un alimento umido è completo vuol dire che è perfettamente bilanciato, esattamente come un alimento secco, e, come tale, può essere utilizzato come unico alimento per i nostri pet.

4. La sterilizzazione di un animale lo fa ingrassare?
Questa è sicuramente una delle domande più frequenti che viene posta ad un veterinario quando con il proprietario di un animale si affronta il tema della sterilizzazione. I proprietari hanno spesso la convinzione che sterilizzando il loro animale questo ingrasserà, ma ciò non è per forza vero. Effettivamente gli studi scientifici mettono in evidenza come la sterilizzazione induca una riduzione del metabolismo di un animale e, di conseguenza, che se un animale sterilizzato venisse alimentato esattamente come un animale intero col passare del tempo tenderebbe ad aumentare di peso. Ciò però non vuol dire che l'animale non debba essere sterilizzato, ma che se si opta per questa soluzione è importante ricalcolare il fabbisogno energetico in base al nuovo stato fisiologico e scegliere, magari insieme al proprio veterinario, l'alimentazione più corretta per il singolo animale. Bisogna inoltre ricordare che ci sono altri fattori che possono predisporre un animale all'aumento di peso come, ad esempio, la ridotta attività fisica o la somministrazione da parte del proprietario di numerosi "snack", "fuori pasto" o peggio ancora "avanzi della tavola".

5. Gli alimenti pet food sono fatti con gli scarti o con materie prime tossiche?
No. Le aziende mangimistiche sono tenute a seguire la normativa europea relativa alla produzione del petfood che regolamenta in modo severo la qualità e la sicurezza delle materie prime utilizzate. Quest'ultime, ad esempio, quando sono di origine animale, sono ottenute dalla macellazione di animali dichiarati idonei al consumo umano da parte del Servizio Veterinario Nazionale e dovrebbero essere sottoposte ad attenta verifica e certificazione, esattamente come per gli alimenti destinati all'uomo. Questo non vuol dire, però, che gli alimenti petfood siano tutti uguali in termini di qualità.


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