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Alimentazione, Fabbisogno energetico, Nutrienti, Patologie

Dieta casalinga per un animale obeso: i fattori nutrizionali chiave per ottenere dei buoni risultati.


mercoledì 4 dicembre 2019


Dieta casalinga per un animale obeso: i fattori nutrizionali chiave per ottenere dei buoni risultati

Mettere a dieta un animale in sovrappeso, o obeso, non vuole dire semplicemente ridurre l'apporto calorico, ma studiare un piano nutrizionale corretto che possa aiutarlo nella perdita di peso e della sua massa grassa

Il primo passo dovrà essere quello di effettuare una visita nutrizionale, valutare il suo BCS, calcolare il suo peso ideale e di conseguenza il suo fabbisogno energetico corretto.

Per il calcolo del peso ideale e la valutazione del BCS vi rimandiamo all'articolo: L'obesità: quando il sovrappeso diventa una patologia.

Il fabbisogno energetico dovrà essere calcolato sul peso ideale, con la formula utilizzata abitualmente dal veterinario, e il risultato andrà poi corretto, non solo con i fattori di correzione per l'età, la razza e l'eventuale sterilizzazione, ma aggiungendo anche il fattore di correzione legato alla patologia "obesità". Ossia il risultato andrà moltiplicato per un valore compreso tra 0,6 e 0,8 a seconda della gravità. Questo vuol dire ridurre del 20-40% l'energia apportata con la dieta allo scopo di far perdere peso all'animale. Questo fattore andrà poi eliminato quando l'animale raggiungerà il suo peso ideale e si andrà a formulare la dieta di mantenimento.

È importante sottolineare, fin da subito, che i fabbisogni nutrizionali minimi (di proteine, minerali, vitamine e amminoacidi) non vanno MAI calcolati (e controllati) basandosi sul fabbisogno energetico corretto, ma sul fabbisogno energetico a cui non sono stati applicati i fattori di correzione (ad esempio 110x (kg di peso ideale)0,75 per il cane), altrimenti si rischia di ridurne eccessivamente l'apporto e di indurre lo sviluppo di stati carenziali, soprattutto se la dieta si protrae per lungo tempo.

Per la stessa ragione è assolutamente sbagliato tentare di far dimagrire un animale semplicemente riducendo la quantità di alimento che sta assumendo (se è un semplice mantenimento) perché in questo modo non solo si limita l'apporto energetico ma anche l'apporto di nutrienti essenziali.

PROTEINE
Le proteine rivestono un ruolo fondamentale in un piano nutrizionale per un animale obeso, sia perché l'assunzione di una quantità corretta impedisce all'animale di perdere massa magra sia perché il corpo stesso per metabolizzare le proteine, rispetto ai carboidrati e ai grassi, utilizza più energia.

Se il minimo proteico consigliato per un alimento destinato ad animale obesi si attesta intorno al 25% su S.S. nel cane e al 35% su S.S. nel gatto, le linee guida raccomandano di fornire un quantitativo proteico ben più elevato. La maggior parte degli autori concordano di attestarsi intorno al 45 % di proteine su S.S. . Per chi preferisce utilizzare il quantitativo di proteine su 1000 kcal il consiglio è di somministrare circa 90-100 grammi di proteine ogni 1000 kcal di fabbisogno energetico non corretto. Nel gatto la percentuale proteica consigliata è leggermente più alta: tra il 47 e il 50% su S.S.

Ovviamente le proteine da prediligere sono quelle ad alto valore biologico e con un adeguato profilo amminoacidico. Particolare attenzione andrebbe rivolta al loro contenuto in lisina, infatti, uno studio ha evidenziato come una concentrazione adeguata di lisina nell'alimento favorisca la perdita di peso ed indica, come quantità raccomandata di lisina negli alimenti per la perdita di peso, un valore di almeno l'1,7% su S.S.

GRASSI
La limitazione dell'apporto di grassi in una dieta per un cane, o un gatto, che deve perdere peso ha diversi scopi. Innanzitutto, serve per ridurre la densità energetica della dieta facendo in modo che a parità di cibo ingerito l'animale assuma meno chilocalorie. In secondo luogo, gli studi effettuati fino ad ora hanno messo in evidenza che, a parità di introito calorico, gli animali che assumono una dieta a ridotto contenuto di grassi perdono peso più facilmente rispetto a quelli che assumono un alimento contenente un maggior quantitativo di grassi. In medicina umana, inoltre, è stato dimostrato che i lipidi presenti nelle riserve di grasso corporeo derivano principalmente da quelli di origine alimentare. Generalmente un piano nutrizionale per un animale obeso deve contenere tra l'11 e 15 % di lipidi su S.S. Alcuni autori consigliano, nel cane, di scendere ulteriormente fino a un 9% circa.  Ricordiamo che i minimi di lipidi indicati da FEDIAF per il cane adulto sono del 5,5%  su S.S, mentre per il gatto del 9%.  Quando si effettua una restrizione lipidica così importante è necessario controllare che siano soddisfatti i fabbisogni minimi di acidi grassi essenziali, come l'acido linoleico e nel gatto anche l'acido arachidonico.

FIBRA
Oltre a diminuire la densità calorica, l'aggiunta di fibre all'interno di un alimento può aumentare il senso di sazietà dell'animale, facilitandone la perdita di peso. Inoltre, l'inserimento di un'elevata quantità di fibra aumenta la quantità di cibo assunta, a parità di calorie, inducendo un aumento del riempimento volumetrico dello stomaco e di conseguenza riducendo la ricerca di cibo da parte dell'animale.  Gli studi effettuati fino ad ora sull'effetto sazietà e di riempimento volumetrico nel cane hanno avuto risultati abbastanza contrastanti. Se alcuni autori riportano una diminuzione dell'assunzione volontaria di cibo da parte del cane all'aumentare della quantità di fibra contenuta nella razione, altri hanno dimostrato che anche se un cane riduce l'assunzione di un cibo molto ricco in fibre, se subito dopo questo alimento, gliene viene offerto uno molto appetibile lui riprende a mangiare.  Questo sembra dimostrare che nel cane, a differenza che nel gatto, il riempimento gastrico non è un fattore che limita più di tanto l'assunzione del cibo. Tuttavia, nel cane l'utilizzo di un'elevata quantità di fibra può comunque aiutare ad aumentare il senso di sazietà poiché la fibra (in particolare quella solubile) rallenta l'assorbimento dei carboidrati agendo sulla glicemia, evitandone un rapido picco, ma mantenendo i livelli ematici di glucosio più elevati per un tempo maggiore. Quest'azione dovrebbe aumentare il senso di sazietà dell'animale. Anche la fibra insolubile risulta utile poiché aumentando la velocità di transito dell'alimento nel tratto gastroenterico riduce l'assorbimento dei vari nutrienti, tra cui anche i grassi e i carboidrati stessi.

Infine, bisogna dire che un aumento del volume della fibra somministrata aumenta il volume del cibo presente nella ciotola, inducendo nel proprietario, la sensazione di soddisfare comunque il suo animale.

Un piano nutrizionale per un dimagrimento può arrivare a contenere anche un quantitativo di fibra (mista tra solubile e insolubile) intorno al 15-20% su S.S. Tuttavia, è buona norma aumentare gradualmente la quantità di fibra somministrata controllando gli eventuali effetti avversi, come ad esempio la flatulenza che può causare un'eccessiva fermentazione della fibra solubile all'interno dell'intestino.

CARBOIDRATI
Considerando che non esiste un limite minimo di carboidrati che un animale deve assumere, la quantità da somministrare in un animale obeso dovrebbe essere comunque limitata. La loro funzione principale è solo quella di apportare le chilocalorie mancanti dagli altri nutrienti per raggiungere il fabbisogno energetico corretto dell'animale. Evitando possibilmente zuccheri semplici e prediligendo carboidrati complessi. Nel gatto obeso sarebbero addirittura da evitare considerando la predisposizione di un gatto in forte sovrappeso allo sviluppo del diabete.

Infine, quando si parla di obesità, bisogna tenere in considerazione che quest'ultima induce un aumento dello stress ossidativo del corpo e del suo stato infiammatorio, di conseguenza, può essere utile aggiungere all'alimentazione un adeguato quantitativo di antiossidanti nonché valutare l'eventuale utilizzo di omega 3.

BIBLIOGRAFIA:
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