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Nutrienti, Patologie

Prebiotici, probiotici, sinbiotici e postbiotici: cosa sono e a cosa servono.


mercoledì 4 settembre 2019


Prebiotici, probiotici, sinbiotici e postbiotici: cosa sono e a cosa servono

Nell'ultimo decennio è aumentato notevolmente l'interesse per il microbioma intestinale e con esso anche il possibile ruolo terapeutico di una sua modificazione a livello intestinale.

Il microbioma intestinale viene definito come l'insieme di tutti i microrganismi viventi (batteri, funghi, protozoi e virus) commensali, simbiotici e patogeni presenti nel tratto gastrointestinale di un soggetto, tuttavia, gli studi effettuati fino ad oggi si sono concentrati soprattutto sui batteri che colonizzano il tratto gastroenterico.  La maggior parte dei microrganismi presenti nell'intestino svolge numerose funzioni utili per il soggetto che li ospita, come ad esempio funge da barriera protettiva per agenti patogeni transitori, permette la scomposizione di alcuni nutrienti facilitandone l'assorbimento, fornisce (attraverso la scissione di alcuni alimenti) acidi grassi a corta catena (nutrienti fondamentali per i colonciti) nonché svolge un ruolo cruciale nella regolazione del sistema immunitario dell'ospite.

I probiotici, i prebiotici, i simbiotici e i postbiotici, invece, sono "additivi alimentari" che hanno come scopo quello di modificare il microbioma al fine di migliorarne l'attività ed esercitare degli effetti positivi sulla risposta immunitaria del soggetto.

In questo articolo cercheremo di capire brevemente quali sono e le loro possibili funzioni.

I probiotici, chiamati comunemente anche fermenti lattici, vengono definiti come additivi alimentari microbici vivi che se somministrati in quantità adeguata apportano degli effetti benefici sulla salute dell'ospite. Le specie batteriche che ne fanno parte possono essere sia esogene che endogene, non sono patogene, devono resistere ai succhi gastrici e alla bile e arrivare vivi a livello intestinale dove interagiscono con vari componenti cellulari all'interno dell'ospite.  La capacità di immunomodulanti, la loro competizione con agenti patogeni e un possibile ruolo anticarcinogenetico sono solo alcuni degli effetti benefici che sono stati attribuiti ai probiotici. Tuttavia, la maggior parte degli studi sono stati effettuati sugli esseri umani o sui roditori mentre, su cani e gatti, la bibliografia è, ad oggi, ancora molto limitata. Oltre a quelli accennati in precedenza, negli studi di medicina umana, sono riportati come effetti benefici dei probiotici anche un'azione antinfiammatoria, attraverso la stimolazione della citochina antinfiammatoria IL10 e un'azione antiallergica e immunomodulante dovuta alla loro capacità di modulazione delle citochine dell'ospite.

Ad oggi la comunità europea ha autorizzato in veterinaria solo l'utilizzo di alcuni probiotici, inserendoli nel registro degli additivi consentiti per i mangimi, tra i quali rientrano i ceppi batterici: enterococcus faecium, i lactobacilli plantarum, fermentum, rhamnosus e acidophilus.

I prebiotici, invece, possono essere definiti come sostanze non digeribili di origine alimentare che sono in grado di favorire selettivamente la crescita e l'attività di un numero limitato di batteri presenti nel colon migliorando la salute dell'ospite. In linea generale essi hanno lo scopo di aumentare la quantità di specie batteriche benefiche (bifidobatteri e Lactobacillus spp.)  a spese di specie batteriche patogene o meno desiderabili (Bacteroides e Clostridium spp.). Di solito i prebiotici sono fibre di diversa lunghezza che passano indigerite attraverso il tratto gastrointestinale, come i frutto-oligosaccaridi (FOS), tra cui l'inulina, i mannano-oligosaccaridi (MOS) e altri oligosaccaridi. Una volta pervenuti a livello intestinale gli oligosaccaridi subiscono un processo di fermentazione operato dal microbioma intestinale i cui prodotti finali sono il lattato, in grado di ridurre il ph intestinale e controllare la proliferazione di microrganismi patogeni, e gli acidi grassi a corta catena come acido propionico, acetico e butirrico. Questi svolgono importanti funzioni a livello dell'organismo: i primi due vengono assorbiti, entrano nel circolo sanguigno e vengono utilizzati dalle cellule dei tessuti periferici come fonte energetica mentre, l'acido butirrico, svolge un'azione soprattutto localmente. Esso, infatti, da un lato viene usato direttamente dagli enterociti come principale fonte di energia e, dall'altro, sembra essere in grado di indurre variazioni morfologiche della mucosa intestinale, come l'aumento della lunghezza dei villi e la profondità delle cripte intestinali.

I simbiotici rappresentano una miscela di prebiotici e probiotici che insieme dovrebbero influire positivamente sulla sopravvivenza e l'impianto dei probiotici presenti in questi integratori, migliorando, così, il benessere dell'ospite. In generale si tende ad utilizzare un prebiotico che può essere metabolizzato dal probiotico stesso allo scopo di ottenere un'azione sinergica. Tuttavia, ad oggi, gli studi su questi prodotti sono davvero agli albori.

Infine, i postbiotici, anch'essi ancora in via di studio, rappresentano direttamente dei prodotti metabolici ottenuti da alcuni ceppi prebiotici. Questi sarebbero, così, direttamente pronti per agire sul tratto gastroenterico dell'ospite e/o su altri ceppi batterici appartenenti al microbioma con lo scopo di combattere infiammazioni e infezioni intestinali.

BIBLIOGRAFIA:
- European union. Register of feed additives: pursuant to regulation 1831/2003. Annex I, list of additives
- La settimana veterinaria, supplemento. Supplementi nutrizionali per la salute dell'intestino e non solo. Num 1073 del 21 novembre 2018
- Silke Schmitz  and Jan Suchodolski. Understanding the canine intestinal microbiota and its modification by pro‐, pre‐ and synbiotics – what is the evidence?. Vet Med Sci. 2016 May; 2(2): 71–94
- Wedekind KJ, Yu S, Kats L, Paetau-Robinson I,  Cowell CS.  Macronutrients. In: Small Animal Clinical  Nutrition 5th edition. (ed. MS Hand, CD Thatcher, RL Remillard, P Roudebush & BJ Novotny).   2010, pp. 76‐78


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