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La fase di svezzamento dal punto di vista del nutrizionista.


mercoledì 30 giugno 2021


La fase di svezzamento dal punto di vista del nutrizionista

Lo svezzamento rappresenta il momento di transizione in cui i cuccioli passano gradualmente da un'alimentazione esclusivamente lattea ad un'alimentazione solida.
Essa è una fase molto delicata e cruciale e se non viene effettuata nel modo corretto può portare a seri problemi sia durante la crescita sia nella fase adulta.


Tuttavia, la sua importanza viene spesso sottovalutata e raramente un allevatore, che sia amatoriale o professionista, si affida ad un veterinario nutrizionista per assicurarsi di svezzare i cuccioli al momento giusto e in modo corretto, senza rendersi conto che alcuni errori possono causare danni che l'animale si porterà dietro per tutta la sua vita.

In particolar modo lo svezzamento può influenzare il microbiota intestinale e il suo corretto sviluppo.

Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di microbiota e del suo ruolo nelle malattie infiammatorie croniche, soprattutto intestinali, e nella regolazione del sistema immunitario dell'animale.

Il microbiota rappresenta l'insieme dei microorganismi simbiontici che convivono con l'ospite senza danneggiarlo e, la biodiversità da cui è composto, è fondamentale per il benessere dell'animale.

Quando il numero di microorganismi che compone il microbiota è adeguato, e caratterizzato da una corretta biodiversità tra le popolazioni che lo compongono, il microbiota può essere definito "eubiotico" ossia "sano", mentre quando questo non avviene esso viene definito disbiotico.

Lo svezzamento rappresenta una delle fasi della vita che maggiormente influenza lo sviluppo di un microbiota sano. Durante questo momento le popolazioni batteriche dell'intestino subiscono un'importante modifica, ossia la riduzione del numero di lattobacilli e l'espansione di altre famiglie batteriche, e la sua formazione e composizione influenzerà poi il microbiota che avrà l'animale da adulto.

Sia il momento in cui avviene lo svezzamento, sia il modo in cui viene effettuato, sono decisivi per ridurre i rischi che l'animale sviluppi un microbiota disbiotico.

Lo svezzamento non dovrebbe mai cominciare prima della quarta settimana di vita dell'animale e dovrebbe essere effettuato, gradualmente, attraverso l'inserimento di un alimento semisolido (detto "gruel") che, somministrato a dosi crescenti, vada a sostituire progressivamente il latte materno fino alla sesta-settima settimana di vita in cui si conclude la fase di svezzamento e il cucciolo viene staccato definitivamente dalla mammella materna.

Infatti, tra gli errori più comuni che vengono commessi dai proprietari rientra sicuramente lo svezzamento precoce, oltre la scelta di mangime errato, una transizione non effettuata correttamente e l'utilizzo di un ambiente non idoneo alla mamma e ai cuccioli.

Alcuni allevatori tendono ad iniziare lo svezzamento prima dei 28 giorni di vita dei cuccioli e ad effettuarlo in maniera più rapida possibile per poi dar via i cuccioli precocemente. Tuttavia, il veterinario dovrebbe insistere affinché aspettino il momento corretto, iniziando già dalla settimana prima a progettare lo svezzamento e a monitorare attentamente l'appetito dei cuccioli e la loro crescita giornaliera, per avere dati da confrontare con quelli che si andranno a raccogliere durante la fase di svezzamento vero e proprio.

Infatti, può capitare che durante la fase di transizione si riduca l'incremento di peso giornaliero di un cucciolo, per errori nella scelta della quantità di cibo da somministrare oppure in seguito a stress dovuto ad un ambiente non adeguato.

Se un cucciolo rallenta la sua crescita, andrebbe visitato il prima possibile, per capire le possibili ragioni di questa riduzione nell'incremento ponderale, per calcolare il suo fabbisogno energetico con precisione e la quantità di cibo che dovrebbe assumere giornalmente.

Ma quanto peso dovrebbe prendere un cucciolo giornalmente? Dalla quinta settimana di vita, fino ai cinque mesi, l'animale dovrebbe aumentare giornalmente di 2-4 grammi per ogni kg che dovrebbe pesare da adulto.

Se, per esempio, il peso da adulto del cucciolo fosse stimato intorno ai 30 kg, dovrebbe prendere dai 60 ai 120 grammi al giorno.

Anche la scelta del mangime da somministrare ai cuccioli viene spesso effettuata dall'allevatore, senza chiedere consiglio al veterinario e, in alcuni casi, optando per scelte davvero discutibili dal punto di vista nutrizionale.

C'è chi comincia con un'alimentazione casalinga, cotta o cruda, senza considerare i fabbisogni nutrizionali dei cuccioli e senza integrarla adeguatamente e c'è chi, invece, somministra alimenti per animali adulti o chi mescola latte vaccino ad alimenti commerciali per renderli più liquidi oppure anche chi integra alimenti già completi.

La scelta, invece, dovrebbe ricadere su prodotti completi e specifici per i cuccioli in fase di svezzamento, sia che si tratti di alimenti umidi, sia che si tratti di latte in polvere, oppure, su diete casalinghe studiate in maniera approfondita da un veterinario nutrizionista esperto.

Quando il veterinario viene interpellato, dovrebbe consigliare un alimento solo dopo aver letto accuratamente l'etichetta per verificare sia la composizione analitica sia il suo contenuto.

L'ideale sarebbe scegliere un cibo in cui vengono specificati in maniera dettagliata gli alimenti in esso contenuti, piuttosto che un mangime in cui l'etichetta indica solo la categoria (ad esempio carne e derivati o cereali), per poter conoscere i potenziali "allergeni" con cui l'intestino del cucciolo entrerà in contatto.

Negli ultimi anni, sempre più nutrizionisti, sconsigliano di svezzare gli animali con alimenti monoproteici e monoglucidici, ma suggeriscono di fornire una certa variabilità (ad esempio 2 o 3 fonti proteiche) per favorire la biodiversità del microbiota e aiutare le diverse popolazioni batteriche intestinali, atte a metabolizzare e fermentare i diversi composti, a svilupparsi in maniera adeguata.

Inoltre, sembra che far entrare in contatto, già nella fase di svezzamento, il sistema immunitario intestinale con potenziali allergeni, possa aiutarlo ad "abituarsi" meglio alla variabilità e ridurre i rischi che l'animale sviluppi allergie in futuro.

Tuttavia, ad oggi gli studi su questo argomento in cani e gatti sono praticamente inesistenti, e le supposizioni che vengono fatte si basano principalmente su studi effettuati in medicina umana sui neonati o su animali da laboratorio.

Va però sottolineato, che questo non significa far provare ad un cucciolo in fase di svezzamento tutte le fonti proteiche esistenti sul mercato o cambiare ogni giorno l'alimento che esso assume perché, così facendo, in primis si rischierebbe che l'animale sviluppi diarrea e, in secondo luogo, se nel futuro in quel soggetto si sospettasse una reazione avversa al cibo sarebbe davvero difficile trovare una nuova fonte proteica e una di carboidrato da offrire all'animale durante la dieta ad eliminazione.

Se la scelta ricadesse su un alimento commerciale secco, esso andrebbe sbriciolato e poi ammorbidito con latte in polvere per cuccioli o con acqua per renderlo semi-solido.

Se l'allevatore desidera svezzare i cuccioli con un'alimentazione di tipo casalingo, è fondamentale che esso si affidi ad un veterinario nutrizionista esperto che possa studiare un piano nutrizionale ad hoc per i cuccioli.

Infine, il veterinario dovrebbe far capire al proprietario l'importanza che riveste l'ambiente dove viene effettuato l'allattamento e lo svezzamento.

La cagna e i cuccioli dovrebbero avere un luogo a loro dedicato, in una zona appartata della casa (con rumori esterni ridotti al minimo), dove la temperatura ambientale e l'umidità siano adeguati e costanti e dove ci sia un buon ricircolo di aria.

Inoltre, idealmente ogni cucciolo dovrebbe avere la sua ciotola dove mangiare, per poter monitorare la quantità di cibo che assume che, ricordiamo, andrebbe sempre offerto prima del pasto con il latte materno.

Terminata la fase di svezzamento, i cuccioli andrebbero staccati dalla madre tutti insieme, da un giorno all'altro, in modo che nella cagna possa interrompersi rapidamente la produzione di latte. Per facilitare questa interruzione le linee guida consigliano di lasciare la madre a digiuno il primo giorno in cui i cuccioli non si attaccano più, inserendo poi il giorno successivo solo un quarto del cibo che andrebbe a soddisfare il suo fabbisogno energetico di mantenimento, portandolo a metà il terzo giorno, a tre quarti il quarto giorno e dal quinto giorno in poi far assumere alla mamma la quantità di cibo totale che soddisfa il suo FEM.

BIBLIOGRAFIA:
- A. Candellone, V. Saettone. Webinar "Svezziamoli bene! Approccio alimentare al cucciolo dallo svezzamento alle prime 14 settimana di vita". Marzo 2021.
- Case, L. P., Daristotle, L., Hayek, M. G., & Raasch, M. F. (2010). Canine and Feline Nutrition: A Resource for Companion Animal Professionals. Chapter 21
- Delaney SJ & Fascetti AJ.  Applied Veterinary Clinical Nutrition, 2012. Chapter 7


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